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Da sempre l'archeologia mira anche alla restituzione di contesti perduti: lo ha fatto tramite disegni, modelli, ricostruzioni informatiche. Jean-Claude Golvin, come architetto, ex membro del Bureau d'architecture antique, ex direttore del Centro franco-egiziano Karnak, ha partecipato a molti scavi. Il “metodo Golvin” è il risultato di un suo dialogo con testi antichi e con archeologi, basato sulle sue competenze architettoniche e il suo talento come disegnatore. Questo approccio si poggia inoltre sulla sterminata cultura di Aude Gros de Beler, insigne egittologa. Affrontare l'antico Egitto non è mai un compito ovvio perché, da nord a sud, la valle del Nilo è contrassegnata dalla presenza di templi, città, necropoli e strutture militari che ricordano il passato glorioso del Paese. Per arrivare in un sito sconosciuto, qualunque sia la sua vocazione, è necessario porsi obbligatoriamente molte domande sulle comunità, le credenze, l'organizzazione amministrativa, la gestione delle aree, la costruzione di edifici religiosi o civili, il funzionamento dello Stato... Per rispondere a tutte queste domande, il libro propone una soluzione originale: attraversare l'Egitto come l'aveva visitato Erodoto: oltre cinquanta disegni ad acquerello accompagneranno il lettore da Abu Simbel ad Alessandria, senza trascurare il deserto del Sinai, le sponde del Mar Rosso e le sabbie libiche. Dai faraoni all'arrivo dei romani, un itinerario visivo corredato da approfondimenti tematici e dedicati ad ogni sito rappresentato, un'occasione unica per i lettori desiderosi di entrare in un mondo perduto.